E’ ricoverato in gravi condizioni al Sant’Eugenio l’uomo di 51 anni, romano, della Garbatella, che il 19 dicembre si è dato fuoco in piazza San Pietro, e che in pochi attimi si è trasformato in una torcia umana.
Provvidenziale l’intervento di 2 agenti dell’Ispettorato Vaticano che hanno spento le fiamme con una coperta e un estintore, aiutati anche da un sacerdote Gesuita che stava andando al lavoro in Vaticano.
L’uomo è stato portato d’urgenza all’ospedale Santo Spirito e più tardi trasferito al Sant’Eugenio.
A spingere l’uomo a darsi fuoco sarebbe stata una forte depressione causata, fra l’altro, anche dalla mancanza di lavoro.
Aveva lavorato come ambulante, ma ultimamente non riusciva a trovare un impiego.
Nella sua giacca lasciata in piazza San Pietro gli agenti hanno trovato un biglietto che indica le motivazioni del gesto: “Sono stanco e non ho un lavoro”.
“Il paziente è in prognosi riservata – spiega Piera Spada, Direttore Sanitario del Sant’Eugenio – Presenta ustioni estese, di terzo grado, su una superficie corporea del 48-50% localizzate prevalentemente sugli arti nella parte superiore, volto, torace e dorso, e su una piccola area sulle cosce”.
Anche i 2 agenti che hanno spento le fiamme si sono fatti medicare all’ospedale per problemi di respirazione e ustioni alle mani.
Sullo stesso biglietto sul quale ci sono scritte le motivazioni del gesto è anche annotato il numero di telefono della figlia.
Le telecamere della Sicurezza di San Pietro hanno ripreso il drammatico tentato suicidio che è accaduto nel colonnato vicino a piazza Pio XII.
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