Far festa a Capodanno non significa solo prender parte a cenoni o passare l’ultimo dell’anno in attesa della mezzanotte nelle discoteche fino alle prime luci dell’alba.
C’è anche chi lo passa in maniera alternativa, a volte proseguendo quella che è una consolidata tradizione, ovvero ritirandosi a pregare, assieme ad altre persone, in parrocchia o meglio ancora in Monasteri e Conventi.
“Il primo anno in cui abbiamo proposto questa iniziativa – dice Suor Maria Amata, Clarissa, – ci siamo trovati non molto numerosi. Tuttavia, già l’anno seguente, il numero era salito in modo consistente. Si erano aggiunte molte famiglie e dunque anche quest’anno alla Veglia di Preghiera che già proponiamo alla Vigilia di Natale, più conosciuta e frequentata, proporremo a quanti lo vorranno questo modo un po’ diverso, ma neppure troppo strano di concludere l’anno ed iniziare quello nuovo: affidarlo al Signore, Lui che è il Signore del tempo e della storia. Per circa un’oretta si pregherà con i Salmi attendendo la fine dell’anno, poi verso le 24 in punto canteremo solennemente il Gloria e daremo così inizio alla celebrazione della S. Messa. L’invito è rivolto a tutti: giovani, famiglie, anziani. Al termine della celebrazione eucaristica un momento di rinfresco e di condivisione”.
L’appuntamento di cui ci ha raccontato Suor Maria è uno dei tanti che si tengono in tutta Italia, come nel resto del mondo.
Si, perché molte Comunità si raccolgono in preghiera nell’ultimo giorno dell’anno, e non solo al Vespro per cantare il tradizionale Te Deum di Ringraziamento, ma per fare memoria davanti a Dio degli avvenimenti, delle persone, e per affidare alla sua protezione l’Anno nuovo che sta per incominciare.
Una risposta positiva ai tanti morti e feriti per fuochi d’artificio o per incidenti dovuti al troppo bere o alla droga.
Franco Mariani
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