Nuovo capitolo, il quinto, nella vicenda giudiziaria tedesca dell’ex Vescovo Negazionista Richard Williamson: la Corte di Ratisbona, in Germania, ha aperto lunedì scorso, 9 settembre, in contumacia, un procedimento per istigazione all’odio razziale a carico dell’ex Membro della Fraternità lefebvriana ultraconservatrice San Pio X.
Il Religioso è accusato di aver messo in dubbio, in un’intervista concessa nel 2008 a un’emittente televisiva svedese, l’esistenza delle camere a gas usate dai Nazisti per lo sterminio degli Ebrei.
Williamson era già stato condannato a una pena pecuniaria in 1 e 2 grado in un precedente procedimento, poi annullato per vizi procedurali dalla Corte d’Appello di Norimberga.
Per questo l’iter giudiziario era dovuto ripartire dal principio, con il 1 grado concluso a gennaio con una multa di 1800 euro, cui i difensori del Religioso Negazionista hanno poi fatto ricorso.
Testualmente Williamson aveva detto nell’intervista contestata: “Credo che le prove storiche contraddicano chiaramente che 6 milioni di Ebrei siano stato gasati premeditatamente, come strategia intenzionale di Adolf Hitler”, aggiungendo poi non credere alle camere a gas.
Il britannico non disconosce i suoi giudizi sulla Shoah, ma si ritiene innocente perché, sostiene, gli era stato detto che quell’intervista sarebbe stata trasmessa solo in Svezia, dove il Negazionismo non è punibile per legge.
Il nuovo giudizio della Corte dovrebbe arrivare, già al secondo giorno di aula, il prossimo 23 settembre.
Il caso del Religioso Negazionista aveva creato diverse difficoltà a Joseph Ratzinger, allora Papa Benedetto XVI: poco prima che in Svezia e su internet fosse trasmessa l’intervista, il Papa Emerito aveva infatti fatto revocare la scomunica a Williamson e ad altri 3 ex confratelli lefebvriani.
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